Sembrano oramai pronte le batterie ai nano-diamanti: sfruttano scorie radioattive e durano fino a 28.000 anni!

Quante volte vi siete trovati con il vostro smartphone scarico? Indubbiamente uno dei problemi dei moderni telefonini è proprio la durata della batteria. In nostro aiuto sembra arrivare la NDB, una società con sede in california, che sta sviluppando una nuova tipologia di batterie ai nano-diamanti, la cui commercializzazione è prevista nei prossimi anni. Questa particolare tecnologia, già brevettata, prevede la possibilità di utilizzare scorie nucleari riciclate, incastonate in un diamante artificiale. Questo non consentirebbe alla radiazione di fuoriuscire dal dispositivo ed allo stesso tempo di portare la durata della batteria fino a 9 o 10 anni, cosa che di fatto non renderebbe più necessaria la ricarica e trasformerebbe i nostri cellulari in dei veri e propri telefoni “usa e getta”.

Le batterie ai nano-diamanti sono in via di sviluppo già da diversi anni e si è già alla fase di sperimentazione, ma prima di poter essere commercializzate ovviamente devono passare ancora diversi test molto severi ed accurati, visto che presentano al loro interno materiale radioattivo.

Secondo DNB però il livello di radioattività sarebbe comunque bassissimo, addirittura inferiore a quello che viene prodotto dal corpo umano. Sono comunque diverse le possibilità che deriverebbero dall’utilizzo di questa tecnologia. Ad esempio alcuni produttori stanno pensando di tornare, qualora la tecnologia si rivelasse affidabile, alle batterie estraibili. Questo potrebbe rendere possibile il continuare ad utilizzare il generatore su nuovi dispositivi. Mentre una volta cambiavamo la batteria per poter continuare ad utilizzare i nostri device, ora potrebbe avvenire l’opposto, mantenendo cioè la batteria e cambiando il telefono.

Le batterie ai nano-diamanti sono realizzate partendo dalle scorie nucleari a base di Carbonio-14. Queste vengono prima ripulite e poi compresse, in modo da creare una sorta di diamante artificiale. Così facendo il calore viene dissipato e si trasmette la carica, come un semiconduttore. Il rivestimento è invece a base di Carbonio-12, che non è in grado di generare radioattività e previene così, grazie alla sua elevata resistenza, eventuali radiazioni.

Secondo NDB inoltre non è possibile manomettere la batteria a meno di non utilizzare appositi specifici strumenti laser che riescano ad attraversarne la struttura.

Altra caratteristica che si sta rivelando molto interessante è quella di poter realizzare batterie di ogni forma: simili alle classiche stilo (le batterie AA), a bottone, o come quelle per le auto elettriche. Questo, unito al fatto che la manutenzione sia praticamente nulla, fa sì che i possibili utilizzi siano infiniti: da apparecchiature mediche, come ad esempio i pacemaker, a quelle industriali.

Infine la potenza: queste batterie sono in grado di sprigionare una potenza decisamente superiore alle normali batterie agli ioni di litio mantenendo costi di produzione estremamente ridotti. L’epidemia di Covid-19 ha rallentato i piani per arrivare alla commercializzazioni delle nuove batterie a i nano-diamanti, che potrebbero ora essere pronte nei prossimi 9-12 mesi.