Una batteria lasciata in carica tutta la notte si rovina? Ed è necessario scaricarla completamente prima di ricaricarla? Ed il freddo od il caldo possono danneggiarla? Scopriamo assieme quali comportamenti possono danneggiare la batteria del nostro smartphone e come migliorarne vita e durata!

Negli smartphone una delle problematiche principali è la batteria. Rispetto ai classici telefonini, infatti, le batterie dei moderni cellulari sono cambiate e, sebbene abbiano mediamente una durata nell’utilizzo inferiore, presentano comunque diversi vantaggi. Ma ancora oggi molti hanno diversi dubbi sulle batterie al litio: si può danneggiare se lasciamo in carica il nostro telefonino tutta la notte? È necessario scaricarlo del tutto prima di ricaricarlo?

Per rispondere a diversi dubbi sulle moderne batterie, bisogna però partire dall’inizio. Intanto è bene ricordare che, sia che si tratti di uno smartphone Android che di un iPhone, le batterie son costruite e reagiscono allo stesso modo. Le moderne pile sono realizzate con degli strati arrotolati, composti da accumulatori a ioni di litio. Questa tecnologia presenta diversi vantaggi: rispetto al Nichel-Cadmio infatti queste batterie sono più efficienti e non soffrono del famoso (e fastidioso) “effetto memoria”. Cioè le nuove batterie non devono essere necessariamente messe in ricarica una volta arrivate a zero come percentuale, ma al contrario è consigliabile non portarle al di sotto del 10% di autonomia. Se dovessero essere portate a zero alla lunga potrebbe essere deleterio tanto per la batteria che per il telefono stesso. Sotto un livello minimo di batteria infatti potrebbe terminare l’energia minima necessaria per poterlo riaccendere.

Come abbiamo appena scritto le batterie al litio dei moderni smartphone non soffrono di effetto memoria, ma è comunque consigliabile la prima volta effettuare una ricarica completa e comunque di ricaricarli ogni tanto almeno fino al 100%. Questa procedura consente di poter “tarare” il sensore che legge la carica residua della batteria.

Ma come viene calcolata l’autonomia di una batteria? Ogni batteria ha una capacità misurata in milliamper per ora (MhA), che solitamente viene riportata nelle specifiche di ogni prodotto. Pertanto un maggior amperaggio non necessariamente corrisponde ad una autonomia maggiore del dispositivo.

I moderni telefonini sono tarati su un utilizzo della batteria che consenta di poter restare accesi dalla mattina alla sera, considerando comunque fattori quali il consumo del processore e della GPU, il consumo derivato dalla risoluzione dello schermo e così via. Una ottimizzazione migliore dell’hardware ed un processore più performante possono consentire al nostro telefonino una maggiore durata, e quindi un device dotato di una batteria da 3.000MhA potrebbe avere una autonomia maggiore rispetto ad uno smartphone dotato di una batteira da 4.000MhA, che magari ha un assorbimento ed un consumo della batteria maggiori.

Proviamo ad immaginare il nostro smartphone come una macchina: una macchina ha un serbatoio della benzina maggiore, l’altra minore, ma se la prima ha un consumo doppio la seconda, pur con un serbatoio inferiore, può avere una maggiore autonomia. In particolare negli smartphone sono diverse le funzioni che tendono a “prosciugare” la batteria: vibrazione, GPS, Bluetooth ed NFC in particolare sono funzioni che quasi tutti teniamo accesi continuamente anche quando non li usiamo. Spegnerli potrebbe aiutare ad aumentare la durata della batteria.

Le batterie degli smartphone hanno una vita inferiore a quelle dei vecchi telefonini?

Un dubbio che assale tantissime persone è sulla vita media delle moderne batterie: le batterie al litio hanno o meno una durata inferiore rispetto alle vecchie tipologie di batterie? Le batterie degli smartphone sono progettate per poter supportare una vita di circa 800/1.000 cicli di ricarica. Se consideriamo che ricarichiamo il nostro device mediamente una volta al giorno questo significa una vita di circa 2/3 anni prima che questa muoia all’improvviso. Queste però sono considerazioni basate su una ricarica al giorno e su comportamenti ottimali, ma esistono quindi dei comportamenti “sbagliati” che possono accorciarne la vita.

Quali comportamenti evitare e quali usare per migliorare la vita della batteria?

Come abbiamo detto esistono dei comportamenti che possono peggiorare la durata e la vita delle batterie. Una delle cose che può danneggiarla è la temperatura. Il primo nemico delle batterie al litio è la temperatura, ed una giornata di esposizione a temperature di calore alte (ad esempio lasciare lo smartphone esposto per più ore al sole, appoggiarlo vicino a camini o termosifoni, e così via) può ridurre le capacità per circa l’1% e arrivare a far impazzire gli ioni di litio di cui è composta (è il caso di una batteria gonfia).

Un altro cattivo comportamento che consigliamo di evitare è quello di collegare lo smartphone a caricabatterie diversi. Ogni telefonino infatti dovrebbe essere ricaricato tramite un alimentatore che fornisca il giusto amperaggio. In commercio infatti sono disponibili diversi smartphone in grado di supportare la funzione, estremamente comoda, di ricarica rapida. Gli alimentatori per la ricarica rapida mandano un wattaggio superiore alla media che i modelli compatibili con questa funzione sono in grado di “sopportare”, ma al contrario utilizzare questi su telefoni normali non farà altro che surriscaldarli, facendo sì che la loro batteria si degradi.

Altro consiglio è quello di evitare alimentatori troppo economici. Questi solitamente rispetto a modelli più costosi non presentano al loro interno le  schermature di protezione per l’alimentazione del telefono e i cavi dove passa l’energia sono molto sottili. Le possibili conseguenze sono dei “micro-cortocircuiti” che potrebbero crearsi ed innescare un surriscaldamento. Lo stesso vale per i caricatori universali: meglio utilizzarne uno specifico per il nostro modello, in modo da poter evitare di stressare la batteria con wattaggi non adeguati.

Un buon comportamento invece è quello di utilizzare la ricarica wireless. In questo caso la ricarica avverrà in modo ottimale e senza correre il rischio di eventuali surriscaldamenti ed evitare così di danneggiare la batteria. Se si utilizza la presa USB del computer invece, grazie alla scarsa potenza in uscita della presa, la ricarica sarà lenta ma fondamentalmente innocua.

E per i powerbank? Anche qui se il wattaggio è basso risultano sostanzialmente sicure. Il nostro consiglio è di utilizzare powerbank che abbiano una potenzialità di MhA adatta al nostro apparecchio. Facciamo Per fare un esempio pratico se la batteria in dotazione nel nostro dispositivo è da 4000 MhA, per avere un ciclo di ricarica completo al 100% dobbiamo partire da quel valore, quindi utilizzare una powerbank da 4 o 5.000 MhA sarà sufficiente a garantire una ricarica per un ciclo completo. Se vorremo più cicli dovremo ragionare per multipli, invece, quindi tornando all’esempio precedente per avere una ricarica per due cicli dovremo raddoppiare l’amperaggio ed acquistarne una da almeno 9 o 10.000 MhA, e così via.

In conclusione: tenete il vostro telefonino lontano da fonti di calore ed umidità, cercate di utilizzare alimentatori adeguati al vostro dispositivo e cercate di disattivare funzioni quali Bluetooth, WiFi ed NFC quando non le utilizzate. L’autonomia e la vita della vostra batteria miglioreranno decisamente.