Impianti Temporanei per Mercatini di Natale e Luminarie Elettro Star

Luminarie e Impianti Temporanei per Mercatini, cosa serve per realizzarli

L’estate è appena terminata e, seppur possa sembrare prematuro, è già tempo di iniziare a pensare agli impianti temporanei per i mercatini invernali o alle luminarie natalizie, se si vuole pianificare al meglio il proprio business o il proprio evento.

Sono sempre più numerose, infatti, le località che nelle settimane precedenti alle festività natalizie organizzano manifestazioni e mercati di artigianato, per i quali è richiesta per Legge una documentazione redatta da professionisti abilitati che certifichi il corretto montaggio degli impianti elettrici temporanei.

Elettro Star è uno di questi soggetti; siamo infatti professionisti abilitati al rilascio di tutte le certificazioni di corretto montaggio per luminarie o impianti temporanei per mercatini natalizi, necessarie per essere in regola con le attuali normative e per evitare inconvenienti in corso d’opera.

Avvalendosi dell’esperienza e della professionalità del proprio staff, Elettro Star è in grado di dare un servizio completo e di qualità a tutti quei soggetti, pubblici e privati, che necessitino della realizzazione di impianti temporanei come luci di Natale e per mercatini ambulanti.

Il processo di lavoro seguito dalla Elettro Star parte dallo studio a tavolino delle esigenze del committente, per capire la potenza necessaria  per il corretto funzionamento dell’impianto temporaneo, in base al numero e alla tipologia di attrezzature che dovranno essere collegate, ovvero la quantità di assorbimento e la tipologia del voltaggio usato.

Questa attenzione e pianificazione garantisce al cliente un impianto temporaneo adeguato alle necessità per l’alimentazione di luminarie natalizie o mercatini, ma soprattutto permette un’erogazione elettrica sicura e ben strutturata sia per quel che riguarda i cablaggi sia per i quadri elettrici da utilizzare. Inoltre un calcolo attento e preciso servirà anche per attrezzarsi con generatori indipendenti nel caso la tensione proveniente dall’allaccio elettrico non dovesse essere sufficiente.

Soltanto dopo questo studio e questa attenta pianificazione, la Elettro Star opererà in maniera celere e puntale nella realizzazione dell’impianto temporaneo richiesto in tempi certi e garantiti, sia esso necessario per l’abbellimento delle strade con luci di Natale, sia per l’organizzazione di mercatini, sempre correlati dalla relativa certificazione di corretto montaggio.

Se ti serve un supporto di tipo tecnico, un preventivo o devi realizzare questo tipo di impianto, contattaci compilando il modulo di seguito con i tuoi dati e fornendoci tutte le informazioni del caso.

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Quali prescrizioni per l'installazione di un piano cottura ad induzione?

Quali prescrizioni per l’installazione di un piano cottura ad induzione?

Sono sempre di più le persone che scelgono di intraprendere la strada del risparmio energetico ed abbandonare quindi i combustibili fossili nella propria vita di tutti i giorni, ma anche allo stesso tempo per poter ottenere un risparmio in bolletta. Pertanto una scelta sempre più comune è quella di staccarsi dal gas e spostare tutti i consumi sull’elettricità. Questa può essere un’ottima idea, sia per tagliare le spese che per contribuire a ridurre le emissioni di CO2. Questo lo si può fare utilizzando pompe di calore elettriche ed i piani cottura ad induzione.

Iniziamo facendo una precisazione. Esistono tre tipi di piani cottura elettrici: i piani radianti, i piani ad induzione ed i piani alogeni.

I piani radianti ed i piani alogeni, rispetto ai piani ad induzione, hanno una efficienza energetica inferiore. Questi piani sono infatti superfici di vetroceramica con sotto una resistenza elettrica (radianti) o una lampada a infrarossi (alogeni) che producono calore; gran parte di questo calore è trattenuto dal materiale che lo disperde, e questo porta ad un’efficienza energetica di poco superiore a quella del gas (60%, all’incirca) perché il rimanente 40% viene disperso nell’ambiente (per il gas il calore assorbito è il 40%, quello disperso il 60%). E considerando che l’energia elettrica costa più del gas, questi due tipi di piani non sono convenienti.

Il piano ad induzione funziona invece in modo diverso. Esso sfrutta il calore generato dal consumo di energia elettrica piuttosto che il normale gas per far cuocere i cibi, cioè trasferisce l’energia creando un campo elettromagnetico: come se fosse una calamita gigante alimentata ad energia elettrica, l’energia viene trasferita direttamente al fondo della pentola sotto forma di calore, sfruttando il magnetismo che si viene a creare tra pentola e piano. In questo modo la dispersione di calore è inferiore al 10%, con quasi tutto il calore che arriva dalla rete elettrica trasferito al cibo.

Questo sistema rovina meno le pentole, rispetto alla fiamma viva, anche se il risultato in cottura è praticamente identico, perché le temperature sono sempre maggiori, sia con il gas che con l’induzione, ai 100 gradi di bollitura dell’acqua o 200 di bollitura dell’olio, per la frittura, per cui non ci sono differenze percettibili in corsi di cottura.

Quali sono le condizioni per installare un piano cottura ad induzione?

I piani di cottura ad induzione rispetto ai normali piani di cottura a gas presentano valori di potenza significativi, comparati con i valori di potenza della fornitura classica utilizzata negli ambienti domestici (solitamente 3 kW), ma con un tasso di efficienza maggiore rispetto ad altre sorgenti. Dal punto di vista elettrico sarà quindi necessario verificare l’impianto ed il tecnico dovrà dimensionare i conduttori e le protezione da sovraccarico in modo adeguato alle potenze installate. Inoltre consigliamo di valutare l’installazione di differenziali di tipo A al fine della protezione contro correnti di guasto verso terra pulsanti unidirezionali tipiche delle apparecchiature del genere.
Ovviamente prima dell’installazione del piano consigliamo di consultare il fascicolo del prodotto con le eventuali prescrizioni nel merito da parte del costruttore dell’apparecchiatura.

Proteggi il tuo impianto con gli scaricatori di sovratensione

Proteggi il tuo impianto con gli scaricatori di sovratensione

In casa gli apparecchi elettronici, i dispositivi domotici, climatizzatori, caldaie ed elettrodomestici smart sono sempre più diffusi e possono guastarsi se soggetti a sovratensioni causate da fenomeni atmosferici (fulminazione indiretta) o da manovre sulla rete: è quindi necessario proteggerle attraverso l’installazione di scaricatori di sovratensione di tipo 2.

Gli apparecchi e gli impianti elettronici sono sempre più diffusi anche nelle case, oltre alla presenza di dispositivi domotici, climatizzatori, caldaie ed elettrodomestici smart. Tutte queste apparecchiature se subiscono delle sovratensioni, ad esempio quelle causate da fenomeni atmosferici (fulminazione indiretta) o da manovre sulla rete, possono guastarsi. Sarebbe quindi opportuno proteggere tutte queste apparecchiature installando degli scaricatori di sovratensione, chiamati anche SPD (acronimo per Surge Protection Device, di tipo 2. Il rischio di fulminazione diretta invece richiede l’installazione di scaricatori di sovratensione di tipo 1.

Per gli impianti elettrici domestici di livello 3 secondo il capitolo 37 della norma CEI 64-8 è obbligatoria l’installazione di scaricatori di sovratensione di tipo 2 per la protezione delle apparecchiature.

Al fine di garantirne l’efficacia, la scelta e l’installazione in modo corretto, è necessario tenere conto delle prescrizioni delle sezione 534 della norma impianti CEI 64-8 e delle indicazioni del costruttore.

Guida all’installazione

Il principio da seguire per la corretta installazione degli scaricatori di sovratensioni è che la tensione residua che viene limitata durante una sovratensione impulsiva, misurata ai morsetti delle apparecchiature da proteggere, non deve essere superiore al livello UW di tolleranza delle apparecchiature alle sovratensioni impulsive (tolleranza indicata anche con UIMP).

Tipicamente, per i comuni apparecchi utilizzatori, tale valore è pari a 2,5 kV (corrispondente alla categoria II di tenuta all’impulso), mentre per gli apparecchi a ridotta tenuta è pari a 1,5 kV (corrispondente alla categoria I).

In generale, la tensione residua ai morsetti delle apparecchiature è determinata da tre contributi:

  • il livello di protezione UP dell’SPD, cioè la massima tensione residua ai morsetti dell’SPD durante la sovratensione (misurata in condizioni standard e selezionata tra valori preferenziali);
  • la caduta di tensione ΔU sui cavi di collegamento dell’SPD ai conduttori della linea e al conduttore di protezione durante la sovratensione (comprendendo l’eventuale dispositivo di back-up qualora presente lungo tali cavi di collegamento);
  • la tensione indotta durante la sovratensione dai fenomeni di riflessione lungo la tratta tra SPD e apparecchiature da proteggere.

Mentre UP è un dato caratteristico dell’SPD ed è fornito dal costruttore (ad esempio UP = 1,5 kV per SPD di tipo 2), i due contributi addizionali sono legati alla loro corretta installazione, che deve mirare a ridurli il più possibile.

Durante una sovratensione, la corrente impulsiva che attraversa l’SPD provoca una caduta di tensione ΔU sugli altri eventuali elementi percorsi dalla medesima corrente impulsiva per effetto delle loro impedenze. Essa si somma alla tensione residua ai morsetti dello scaricatore di sovratensioni, dando origine a un livello di protezione effettivo UP/F maggiore di UP.

Tali elementi conduttivi sono rappresentati dai cavi di collegamento dell’SPD ai conduttori attivi di alimentazione (fasi e neutro) e al conduttore di protezione nei punti A e B da cui si diramano i collegamenti all’impianto o alle apparecchiature da proteggere. Si noti che, a causa della elevata velocità di variazione della corrente impulsiva, tali impedenze sono essenzialmente induttive, con cadute di tensione dell’ordine di un 1 kV per ogni metro di cavo di collegamento.

A questo va aggiunta la caduta di tensione sulla protezione di backup dell’SPD, qualora essa sia installata in parallelo all’impianto da proteggere e non sia integrata nell’SPD stesso (figura 1).

La norma, tuttavia, considera solo le cadute di tensione sui cavi di collegamento quindi, per evitare cadute di tensione eccessive sulle protezioni di backup degli SPD, è necessario installare le protezioni di backup indicate nella documentazione del costruttore del dispositivo.

Decisivo ai fini della protezione degli impianti è il valore effettivo della tensione impulsiva applicata agli apparecchi da proteggere (tra i conduttori attivi e tra questi e il conduttore di protezione) UP/F comprensiva degli eventuali contributi dei collegamenti, che devono essere i più brevi possibili.

La norma CEI 64-8 chiede una lunghezza totale delle connessioni dell’SPD dai punti di diramazione A e B preferibilmente non superiore a 0,5 m, con una sezione minima dei conduttori di collegamento pari a 4 mm² (figura 2).

  • Figura 1 – Il livello di protezione effettivo UP/F comprende il livello di protezione UP dell’SPD e le altre cadute di tensione tra i punti di diramazione A e B cui sono collegate le apparecchiature da proteggere.
  • Figura 2 – La lunghezza totale dei conduttori di collegamento ai punti di diramazione A e B deve essere la più breve possibile.

Normalmente, ci si riferisce al punto B come al “collettore di terra”, tuttavia esso non va confuso con il collettore principale di terra dell’edificio (la cui distanza è del tutto ininfluente ai fini dell’installazione degli scaricatori di sovratensioni di tipo 2). Il punto B è il nodo equipotenziale loca-le cui sono attestati sia l’SPD sia i cavi di protezione di tutte le apparecchiature che devono essere protette dalle sovratensioni.

La soluzione ideale per il collegamento degli scaricatori di sovratensione è la cosiddetta tecnica del collegamento “aV”, o anche a “entra-esci” (figura 3, ove per semplicità nello schema non compare la protezione di backup), cioè il collegamento diretto dell’SPD ai conduttori attivi e al conduttore di protezione principale che consente di ridurre a zero le cadute di tensione sui collegamenti (a+b+c=0).

Per non interrompere il conduttore di protezione si può realizzare un “piercing”, effettuando il collegamento all’SPD su una parte di cavo privata dell’isolante senza interrompere l’anima in rame. È importante che il cavo di protezione principale passi per il quadro principale con una sufficiente abbondanza da permettere l’esecuzione del piercing (indicata per i centralini domestici).

Quando questa soluzione non è possibile (la sezione dei conduttori non è compatibile con i morsetti dell’SPD), è necessario portare il conduttore di protezione principale nel quadro dove andranno installati gli scaricatori di sovratensione, in modo da realizzare un nodo
equipotenziale locale (costituito da una sbarra o da un semplice morsetto) in prossimità degli stessi.

In tutti i casi, per limitare la lunghezza dei collegamenti, è necessario individuare esattamente i due punti di diramazione A e B.

  • Figura 3 – Con la tecnica del collegamento a “entra-esci” la caduta di tensione sui cavi di collegamento è zero. 
  • Figura 4 – Il conduttore di protezione principale delle utenze da proteggere raggiunge il quadro ove si crea un nodo locale di terra a cui si collega l’SPD (si noti che è del tutto ininfluente la distanza del dispersore di terra o del nodo di terra centrale dell’edificio).

Desideri avere dei consigli sulla realizzazione, di un preventivo o di in installare un impianto elettrico per la tua casa? Contattaci, compilando il modulo con i tuoi dati, fornendoci tutte le indicazioni che ritieni opportune.

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Luce Fredda e Luce Calda: guida alle tonalità del colore

Luce Fredda e Luce Calda: guida alle tonalità del colore

La temperatura del colore, che viene sempre espresso sulle etichette dei prodotti, è misurato in gradi Kelvin. Si riferisce alle distinte tonalità che può avere una luce. Le più comuni sono queste tre: Luce Calda (Bianco Caldo), Luce Neutra (Bianco Naturale),  Luce Fredda (Bianco Freddo).

In sostanza quindi ci dirà come sarà la tonalità della luce della lampadina che stiamo per acquistare.

La tonalità di luce che generano può essere più fredda o più calda. Si definiscono i tre gradi secondo la tonalita’ della luce : Luce Fredda (6500k) significa che hanno una tonalità tendente al bianco / azzurro, Luce Naturale (4000k) significa che la tonalità tende ad una luce completamente bianca, ed infine Luce Calda (2800k), per quelle luci che hanno una tonalità tendente al bianco/rosso.

La tonalità della luce è ovviamente influenzata dall’ambiente, come ad esempio il colore delle pareti o del pavimento. La scelta quindi del colore va effettuata in base all’ambiente e considerando anche le ripercussioni che può avere una tonalità sull’umore delle persone. Una tonalità fredda produce una sensazione di ordine e pulizia, una tonalità più calda al contrario si associa a sensazioni di allegria e rende l’ambiente più accogliente. Solitamente la luce con una tonalità bianco/calda è utilizzata prevalentemente nelle case e negli uffici. La luce fredda invece è quella utilizzata prevalentemente nei grandi spazi aperti al pubblico, come ad esempio i supermercati o gli ospedali. Anche in alcuni ambienti della casa, se caratterizzati da un arredamento moderno, si utilizza la luce con una tonalità più fredda per valorizzare quegli ambienti.

Ottimizza e massimizza il tuo impianto fotovoltaico

Ottimizza e mantieni efficiente il tuo impianto fotovoltaico

Una delle cose più importanti una volta eseguita l’installazione di un impianto fotovoltaico è riuscire a massimizzare i risultati dell’impianto. Un buon impianto deve funzionare per circa 20/25 anni, questo significa che farlo funzionare al massimo delle sue potenzialità per un buon lasso di tempo garantisce sia il piano di rientro stimato in fase di realizzazione, cioè la capacità dell’impianto di ripagarsi producendo energia pulita da utilizzare per la propria utenza in modo abbondante, che un successivo risparmio una volta superato il rientro dai costi per la realizzazione.

Quindi il titolare di un impianto fotovoltaico deve riuscire a mantenere un funzionamento ottimale del proprio impianto, e qui vogliamo lasciare qualche consiglio in merito.

Un impianto che lavora al massimo delle sue potenzialità consentirà di avere un maggior risparmio sulla bolletta. Sarà quindi necessario ottimizzare sia i rendimenti che le prestazioni dell’impianto installato, che l’ottimizzazione dei consumi. Questo consentirà di aumentare l’autoconsumo diretto. Ed un alto rendimento produttivo ovviamente influirà anche sui tempi di rientro per l’investimento fatto per la realizzazione. Sarà quindi consigliabile monitorare la produzione di energia raccogliendo ed analizzando i dati dell’impianto. Questo vale per i piccoli impianti ed a maggior ragione diventa importante nel caso di impianti più grandi. Questo consente di verificare eventuali malfunzionamenti dell’impianto o di anomali cali di produzione, consentendoci di intervenire tempestivamente nell’individuare le cause del problema e risolverlo. Così facendo evitiamo di perdere la produzione energetica.

E’ anche possibile monitorare a distanza l’impianto, e solitamente è consigliabile nel caso di impianti molto grandi. Lo si può fare sfruttando ad esempio la rete ed il web con dei programmi appositi di monitoraggio che inviino una segnalazione tempestiva su eventuali anomalie del sistema. Per impianti grandi è possibile richiedere anche eventuali servizi di management specializzati.

Ma per mantenere un impianto perfettamente funzionante nel tempo è necessario fare una continua manutenzione e pulizia dei pannelli. Esiste la possibilità, anche in questo caso, di richiedere servizi specializzati per la pulitura ed un controllo ed una manutenzione regolare dei pannelli e dell’impianto. Solitamente comunque per preservare la produttività dell’impianto è necessario effettuare una pulizia regolare da pollini, sporcizia od altre impurità che potrebbero compromettere la resa dei pannelli. Inoltre effettuando la pulizia si potrà anche fare degli opportuni controlli visivi sui moduli e sui componenti dell’impianto, consentendo così anche un rapido intervento, evitando eventualmente anche nuovi ombreggiamenti che potrebbero pregiudicare il funzionamento dell’impianto.

Il vantaggio dell’impianto fotovoltaico è che non ha parti in movimento e quindi non è soggetto ad una eventuale usura meccanica. Questo rende quindi più semplice e rapida la procedura di controllo e di manutenzione. Chiaramente è consigliabile far fare il tutto da un professionista abilitato, possibilmente prima del periodo di picco della produzione, ad esempio a fine inverno od inizio primavera.

E’ possibile effettuare una manutenzione ordinaria di un piccolo impianto con una chiamata annuale, come ad esempio si fa per la manutenzione di una caldaia, mentre per i grandi impianti è consigliabile usufruire di servizi all inclusive che si prendano in carico tutti gli aspetti della gestione completa dell’impianto : dal monitoraggio, alla ottimizzazione, alla manutenzione fino alla gestione burocratica.

Per chi fosse interessato possibile anche confrontare i dati di produzione del proprio impianto fotovoltaico con i dati degli impianti operanti nelle zone circostanti. Questo è fattibile grazie ai database di dati presenti su server centralizzati che monitorano e confrontano in tempo reale la produzione di più impianti. In un unico server è così possibile raccogliere i dati di migliaia di impianti e confrontare così i rendimenti delle installazioni consentendo così di avere un riscontro reale e può dare delle indicazioni sulla qualità e sul rendimento dell’impianto installato.

 

Leggi il nostro approfondimento sui vantaggi di un impianto fotovoltaico.

 

Se sei interessato all’installarzione di un impianto fotovoltaico, desideri un preventivo gratuito o se semplicemente desideri avere una stima puoi contattarci indicando i tuoi dati e il tipo di impianto che desideri e tutte le informazioni che ritieni utile fornirci.

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Sicurezza e comfort con l’impianto videocitofonico evoluto

Sicurezza e comfort con l’impianto videocitofonico evoluto

Quante volte hai sentito suonare il tuo citofono ed alla domanda “Chi è?” non hai ottenuto alcuna risposta? Ed a quel punto chiunque verrebbe assalto dal dubbio se aprire o meno la porta. La soluzione migliore per questa situazione è un impianto videocitofonico!

Una valida soluzione – per sapere sempre chi si presenta alla porta – è data da un impianto videocitofonico che, oggi grazie all’innovazione tecnologica, permette un’identificazione chiara e puntuale grazie a un ampio monitor a colori all’interno delle abitazioni, e le postazioni esterne possono essere dotate di telecamere con obiettivo a grandangolo che ci permette di identificare perfettamente l’ospite senza incertezze.

Ebbene sì, i videocitofoni sono strumenti tecnologici dotati di videocamere, utili per garantire la sicurezza della propria casa e della propria famiglia.

Nell’era della domotica e della tecnologia all’interno della Smart Home, anche il videocitofono si è evoluto rispetto ai modelli tradizionali e le tipologie più moderne garantiscono un elevato grado di comfort e sicurezza.

I videocitofoni sono apparecchi che consentono di vedere, oltre che sentire, le persone che si trovano all’esterno attraverso la telecamera incorporata nel posto esterno. In altre parole con il videocitofono si può parlare e vedere in tempo reale con chi si sta fuori al portone.

Oggi i moderni impianti videocitofonici usufruiscono per l’installazione di due soli cavi, spesso riutilizzando quelli già presenti, senza dover affrontare costose dismissioni né installazioni di nuove canalizzazioni e tubazioni antiestetiche né invasive opere murarie.

Inoltre, l’impianto videocitofonico può essere dotato di telecamere aggiuntive che permettono di realizzare il videocontrollo domestico di zone diverse della propria abitazione / condomino realizzando di fatto un piccolo sistema di videosorveglianza per garantire la massima sicurezza, senza avere dispositivi aggiuntivi di registrazione di immagini e quindi conservazione dei dati, rispettando così il tema di privacy inquadrando aree esterna pubbliche.

Tra le tipologie di videocitofono troviamo quelli smart utilizzabili anche a distanza direttamente dal proprio smartphone e che possono integrare funzioni domotiche per la gestione della propria abitazione.

Videocitofono Smart: chi suona alla porta è a portata di click

Il vantaggio più tangibile che offre il videocitofono Smart è sicuramente di consentire di guardare chi suona alla porta direttamente dallo smartphone anche quando non si è in casa; ma anche di interagire con le persone.

Tramite una app dedicata si controlla il citofono e la sua funzione di apriporta da remoto attraverso la connessione internet. La videocamera del citofono fa le veci di un sistema di videosorveglianza perché il più delle volte è possibile controllare cosa succede all’esterno direttamente dal cellulare.

In questo modo lo smartphone serve a far entrare non solo agli ospiti, ma anche a sostituire le chiavi di casa visto che basta usare l’applicazione per aprire e chiudere la porta.

Vantaggi e comodità in primo piano

Il videocitofono è un apparecchio presente sul mercato già da tempo, in più oggi si veste della funzione Smart che gli consente di essere connesso alla rete domestica e quindi di diventare una finestra su abitazione da qualsiasi parte del mondo.

Il bello di questo tipo di dispositivi è che aggiungono funzioni in più a qualcosa che sembrava non avere più nulla da dare. Non un semplice apriporta, dunque, ma un dispositivo sincronizzato con le proprie abitudini e i ritmi e ne aumenta la sicurezza.

Vuoi approfondire alcuni aspetti oppure hai necessità di un preventivo gratuito per il tuo impianto? Contattaci!

Quali sensori per gli impianti antintrusione?

I sensori di movimento sono necessari per poter rilevare il passaggio di e far scattare l’allarme prima che l’eventuale intruso entri nella casa.

Come già avevamo accennato precedentemente, un  impianto antifurto funziona grazie a due aspetti fondamentali:

  • i sensori installati nell’abitazione
  • la connessione dell’impianto a una centrale di sorveglianza, alle forze dell’ordine o ai nostri smartphone semplicemente solo per avvisarci tempestivamente dell’avvenuta intrusione in casa.

Qui vi spiegheremo meglio i sensori di movimento, che sono conosciuti anche come sensori volumetrici o radar.

I sensori perimetrali sono quei sensori posti all’esterno della casa e solitamente sono wireless. I sensori volumetrici invece sono necessari per poter rilevare la presenza di persone all’interno dell’ambiente in cui sono installati o per poter creare delle barriere sulle finestre, segnalando la presenza di un’eventuale intrusione e facendo così scattare l’allarme.

Dato che segnalano la presenza di un’intruso la loro installazione ideale è in zone di passaggio, come ad esempio in corridoio o scale. E’ possibile in alcuni impianti attivare un programma parziale, solitamente una modalità “notturna”, abilitando ad esempio i soli sensori perimetrali posti all’esterno della casa, lasciando disattivati i sensori posti all’interno. Così facendo sarà possibile comunque muoversi all’interno della casa senza far scattare alcun allarme.

Esistono due tipi di sensori di movimento: il classico od il cosiddetto “ a tenda”. Il modello a tenda è un sensore dotato di di una lente particolare che protegge una superficie piana e non un volume. In commercio è possibile trovare la versione che proiettano dall’alto verso il basso, che vanno installati ad esempio nella parte alta interna della finestra, sia il modello a tenda da esterno, in grado di proteggere l’apertura evitando falsi allarmi derivanti dal passaggio di uccelli o animali domestici. I sensori a tenda sono l’ideale per la protezione dei varchi Il sensore di movimento classico invece è utilizzato per la protezione di ambienti interni.

In base alla tecnologia utilizzata per il rilevamento possiamo dividerli ulteriormente in tre tipologie:

  • INFRAROSSO (Sensore a infrarosso Passivo o PIR). E’ un sensore elettronico che misura i raggi ad infrarossi (IR) che vengono irradiati dagli oggetti nel suo campo visivo. Il sensore rileva una variazione di temperatura, quindi quando una persona entra nell’area monitorata, il calore corporeo attiva il sensore che fa scattare l’allarme.
  • DOPPIA TECNOLOGIA (infrarosso + DMT). Questo tipo di sensori segnalano calore e spostamento. Questo consente di ridurre i falsi allarme perché si attiva solo quando entrambi i sensori rilevano qualcosa che non va e garantisce rilevazioni molto accurate.
  • TRIPLA TECNOLOGIA (infrarosso + DMT + MICROONDA MW). Questa tipologia di sensore utilizza ben tre tecnologie di rilevamento: il sensore ad infrarossi, il sensore di movimento combinato con le microonde. Può essere installato anche in presenza di animali domestici. Il sensore ad infrarosso segnala la variazione di temperatura, a cui si è aggiunto il sensore di movimento. Con la tecnologia microonde si utilizza un emettitore di onde elettromagnetiche che lavora ad alta frequenza, circa 25 Ghz, ed il suo funzionamento è basato sull’effetto Doppler. L’onda emessa dal sensore satura la stanza controllata impiegando una certa energia. Ad un ulteriore controllo, quando c’è un corpo in movimento, l’onda propagata avrà bisogno di un’energia differente. Il sensore si accorge di questa anomalia ed invia un segnale di allarme. I sensori a doppia tecnologia utilizzano tutte e due le tecniche e si attivano solo ed ESCLUSIVAMENTE se tutti e due i segnali di allarme sono verificati. Con il rilevamento a microonde il sensore riesce a rilevare la presenza di un corpo in movimento all’interno dell’area monitorata. Garantisce altissima affidabilità e immunità ai falsi allarmi.

Se hai necessità di avere consigli, di un preventivo o di installare un impianto di allarme contattaci fornendoci i tuoi dati e tutte le informazioni che riterrai più opportune.

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Elettro Star alla festa per gli 80 anni di Raoul Casadei

Elettro Star alla festa per gli 80 anni di Raoul Casadei

Migliaia erano le persone presenti a Santarcangelo in piazza Ganganelli il giorno di ferragosto a rendere omaggio agli 80 anni ed alla lunga carriera di Raoul Casadei! Una piazza gremita e festante, una lunga serata di festa con 3 ore di concerto dell’Orchestra Casadei guidata dal figlio di Raoul, Mirko. Una serata con un’atmosfera magica, che ha ripercorso tutte le tappe del Re del Liscio fin dagli esordi e dal boom del Liscio all’inizio degli anni ’70, suonando canzoni come Romagna e Sangiovese, Ciao Mare, il Passatore o Appasiuneda. Ed a rendere ancora più incantevole la serata c’erano le luminarie e le splendide catenarie di Elettro Star, che hanno disegnato ed illuminato i contorni della splendida piazza di Santarcangelo e che hanno così reso questa festa per gli 80 anni del maestro ancora più indimenticabile.

Da anni noi di Elettro Star prestiamo la nostra professionalità ed i nostri servizi per grandi eventi come concerti, fiere e sagre, offrendo la migliore soluzione professionale per tutto ciò che riguarda la vendita ed il noleggio di impianti luce con un’assistenza tecnica di altissima qualità.

Per il tuo evento scegli la professionalità ed i servizi di Elettro Star.

 

Grohe protegge la tua casa da perdite d’acqua e allagamenti

Grohe protegge la tua casa da perdite d’acqua e allagamenti

Grohe, azienda tedesca attiva dal 1911 che produce articoli sanitari, ha presentato due nuovi sensori smart ideati appositamente per prevenire i danni domestici provocati da perdite d’acqua e allagamenti. Grohe Sense deve essere posizionato sul pavimento e grazie ai suoi sensori monitora in modo continuo il livello di umidità e la temperatura; in caso di rilevazioni anomale emette un segnale acustico per avvisare gli abitanti della casa e invia una notifica sugli smartphone associati attraverso l’applicazione Grohe Ondus. Grohe Sense Guard invece deve essere installato tra le tubazioni idriche principali ed è in grado di rilevare le micro-perdite e interrompere automaticamente l’erogazione dell’acqua in caso di guasti più gravi. Anche questo dispositivo è gestibile da remoto tramite l’app Ondus.

Segui i nostri consigli su come illuminare la tua stanza con i LED

Segui i nostri consigli su come illuminare la tua stanza con la striscia LED

La casa può essere arredata con mobili ed elettrodomestici, ma anche la luce può arredare. La giusta illuminazione infatti può mettere in risalto i pregi degli ambienti e renderli più luminosi, cambiando l’atmosfera posizionando semplicemente una luce del colore giusto nel posto giusto. Con pochi e semplici trucchi si può rendere ogni ambiente più grande e arioso.

Una stanza con poca luce potrebbe rendere l’ambiente soffocante, specialmente se la stanza oltre ad esser buia è molto piccola. Per queste stanze l’ideale sarebbe installare delle lampade a parete, specialmente a LED. Questo perché una illuminazione a LED offre ottime prestazioni ma ad un consumo energetico ridotto, con un risparmio fino a quasi l’ottanta per cento. Quindi con una spesa ridotta si riesce ad illuminare una stanza priva di punti di illuminazione naturale in modo pratico e non troppo costoso. Un’ottima soluzione sarebbe quella di istallare strisce led su diversi piani così da ottenere degli effetti di luce ed ombra e che riescono a dare anche un tocco di design all’ambiente. Con la giusta illuminazione infatti possiamo persino regalare un effetto romantico, come se fossero candele o, al contrario, illuminare a giorno una zona della casa nella quale serva molta luce.

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E’ molto importante quindi scegliere la giusta tipologia di luce, sia come potenza, sia come tonalità.

Partiamo dalla tonalità. Molto importante è scegliere con attenzione se si desidera avere una luce dalla tonalità calda o una luce dalla tonalità fredda. La luce dai toni caldi è consigliata in modo particolare per le camere da letto mentre le luci fredde per tutti gli ambienti giorno.

Ma quanta luce serve per illuminare una stanza?

Partiamo dalla potenza. Mediamente per illuminare adeguatamente una stanza dobbiamo considerare che per ogni metro quadro servono 30 Watt. Quindi per poter illuminare un ambiente di circa 50 mq dovremo considerare che si necessita di una potenza di circa 1.500 Watt.

Ma se si vuole valutare la quantità di fonti luminose presenti la stanza non si devono solo contare i watt. Bisogna tener conto soprattutto dei lumen che ogni sorgente luminosa produce. Un buon faretto, ad esempio, produce attualmente dai 90 ai 100 lumen. Quindi per illuminare la nostra stanza di prima da 50 metri quadri avremmo bisogno di una potenza di circa 15.000 lumen.

Usare le strisce LED ci consente quindi di avere numerosi vantaggi. Innanzitutto si può donare al proprio appartamento un’atmosfera magica e di grande effetto, poi si può risparmiare energia elettrica. Non tutti sanno infatti che questo tipo di lampadine impiegano circa 3watt/ora contro i 25 di quelle tradizionali. L’offerta commerciale è davvero ampia, sono disponibili led con lampadine rosse, blu, gialle, oltre chiaramente al bianco, ma non basta scegliere il colore che più piace, è importante studiare bene l’ambiente dove si vuole sistemare questo tipo di illuminazione, in modo da rendere tutto ben armonioso.

Dove possiamo montare le strisce a LED? Per una installazione facilitata delle strisce ed un impatto estetico migliore, il consiglio è utilizzare i profili led. Su mobili, superfici angolari o a parete creano un effetto luminoso elegante, proteggendo anche la striscia da polvere e facilitando la dispersione di calore.

Strip Specchiera

Le strisce LED posizionate lungo i mobili del living sono ormai un grande classico, ma hai mai pensato a come sfruttare al massimo le potenzialità di questo tipo di illuminazione in modo originale e creativo?

Prova a posizionare una strip LED sotto la credenza o lungo le scale. In alcune delle nostre installazioni le abbiamo posizionate sui cordoli di due colonne o inserite all’interno di alcune nicchie, come potete vedere dalle immagini, ottenendo un effetto sofisticato e di sicuro impatto.

Sala 1 Sala 2

Ci sono però degli errori da evitare, come ad esempio posizionare le strisce led sotto tutti i mobili. Uno degli errori più comuni che ci sono capitati infatti è di vedere posizionate strisce LED dietro i mobili ovunque, con la scusa del risparmio energetico vantaggioso.

Se ben posizionate le strip LED regalano un effetto elegante e moderno, ma se iniziano a essere posizionate sotto TUTTI i mobili si perde l’effetto desiderato in men che non si dica.

Poca illuminazione in cucina – In cucina negli ultimi anni le strisce LED sono diventate un must. Si cade però nell’errore di dimenticare che la cucina è soprattutto un ambiente nel quale ci si dedica alle attività, quindi servono luci non solo belle esteticamente, ma anche funzionali.

Un esempio? E’ inutile avere il mobile della cucina ben illuminato verso il soffitto e poi non avere la giusta visibilità sul piano cottura!

Esagerare con le luci colorate – In commercio si trovano strisce LED multicolore, anche con telecomando, ma se si inizia ad abusare di questa funzionalità l’ambiente perderà di carattere.

Da evitare in cucina – potrebbe incidere sulla percezione del colore degli alimenti o per verificare la pulizia delle stoviglie – e in ambienti già molto colorati (per evitare confusione dal punto di vista cromatico).

Posizionare una sola luce per stanza – Ormai è chiaro quanto sia necessario e utile il posizionamento di diversi punti luce. In questo caso le strisce LED sono perfette, perché permettono di inserire in una stanza le luci necessarie, con un costo energetico veramente ridotto.

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Strip Led Lampadario 1

 

Strip Led Lampadario 3