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R-EVolution di Gewiss per il mondo della mobilità elettrica

La mobilità elettrica sta diventando parte integrate di un nuovo modo di spostarsi e di immaginare l’auto: in quest’ottica nasce R-EVolution di Gewiss, la nuova serie di quadri e torrette per la ricarica elettrica di tutti i mezzi di trasporto elettrici.

In conformità alla normativa EN 61851, la gamma di prodotti offerti garantisce una soluzione affidabile, sicura e adeguata agli attuali requisiti di ricarica per ogni tipo di veicolo elettrico.

Quatto i modelli proposti: Home, Parking, Parking+ e Station che possono essere collocati sia in ambienti residenziali sia in ambienti pubblici.

In ambito residenziale, privato i punti di ricarica sono installati in abitazioni singole o in condomini con parcheggi e sono adatti a periodi prolungati di sosta e ricarica, soprattutto durante le ore notturne.

Per coprire l’autonomia delle percorrenze medie giornaliere di un’auto elettrica, questi punti hanno una potenza nominale che varia da 4,6 kW a 7,4 kW.

Nel caso di ambienti pubblici, invece, la sosta dei veicoli elettrici è breve quindi sono necessarie torrette con una potenza nominale che può raggiungere i 22 kW, consentendo la ricarica rapida in 1 ora o poco più.

R-EVolution-Parking-300x300

Questi prodotti hanno lo stesso tipo di presa e sono compatibili anche con i veicoli che si ricaricano a potenze inferiori.

Gewiss vede l’auto elettrica come il modo nuovo di spostarsi da un luogo all’altro, coniugando le esigenze individuali con la salvaguardia ambientale e delle risorse disponibili, puntando su sviluppo costante di prodotti sicuri e affidabili per il settore della mobilità smart.

L’azienda, grazie a questa nuova gamma di prodotti R-EVolution per il residenziale e il pubblico, si pone come player internazionale di riferimento nella produzione di impianti elettrici evoluti, sicuri e affidabili.

La filosofia aziendale si fonda sul principio dello sviluppo come costante di gestione, una vocazione che si traduce anche nella capacità di immaginare il futuro, di innovare e di perseguire la sostenibilità.

LA NORMA CEI 64-8 - CAPITOLO 37 AMBIENTI RESIDENZIALI

LA NORMA CEI 64-8 – CAPITOLO 37 AMBIENTI RESIDENZIALI

LA NORMA CEI 64-8 – CAPITOLO 37 AMBIENTI RESIDENZIALI

La nuova norma CEI 64-8, al Capitolo 37, adotta una classificazione degli impianti elettrici in tre livelli, con regole da applicarsi agli impianti di unità immobiliari a uso residenziale.
Questa classificazione descrive ciò che gli utenti potranno scegliere nel momento in cui, rivolgendosi a un installatore di impianti elettrici, decidano di installare un nuovo impianto oppure di rinnovarlo.
L’utente finale potrà d’ora in poi chiedere all’installatore che la realizzazione dell’impianto elettrico sia di livello 1, 2 o 3, dove il livello 1 individua la configurazione minima che dovrà avere un impianto perché possa essere considerato a norma. I livelli superiori 2 e 3 aumentano le prestazioni dell’impianto e quindi la sua fruibilità che si adegua alle necessità degli utenti e alla morfologia dell’habitat.
I 3 livelli sono personalizzabili in base alle esigenze di dotazione e garantiscono il rispetto degli standard di qualità, efficienza e sicurezza. Nel dettaglio:

LIVELLO 1

– è il livello minimo per cui un impianto possa essere considerato a norma e prevede:

  • un numero minimo di punti-prese e punti-luce in funzione della metratura o della tipologia di ogni locale dell’appartamento;
  • un numero minimo di circuiti in funzione della metratura dell’appartamento;
  • almeno 2 interruttori differenziali al fine di garantire una sufficiente continuità di servizio

LIVELLO 2

– rispetto al livello 1, prevede un aumento della dotazione e dei componenti, oltre che l’installazione di dispositivi per la protezione e la sicurezza della casa quali il videocitofono e l’anti-intrusione.

LIVELLO 3

– oltre a un ulteriore aumento delle dotazioni, introduce la domotica a beneficio del risparmio energetico all’interno dell’abitazione. L’impianto per essere considerato domotico deve gestire almeno quattro funzioni domotiche, tra cui: anti-intrusione, controllo carichi, gestione comando luci, gestione temperatura, gestione scenari, controllo remoto, sistema diffusione sonora, rilevazione incendio, sistema antiallagamento e/o rilevazione gas.

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Tel 02 21006.207/231

Etichettatura energetica

UE: direttiva Ecodesign non metterà al bando lampadine inefficienti

Che i regolamenti europei sulla progettazione sostenibile e sull’etichettatura energetica avessero dei punti oscuri nel calcolo effettivo dei consumi degli apparecchi elettrici era già noto. L’UE è quindi corsa ai ripari proponendo delle importanti modifiche alle norme attualmente in vigore e, nello specifico, proponendo una rivalutazione del fattore di tolleranza del 10% sui risultati dei test sui consumi energetici dei dispositivi.
Eliminando la variabile del 10% si otterrebbero certificazione energetiche più veritiere e una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori sui prodotti acquistati. Ma il testo di legge, discusso pochi giorni fa, presentava una falla nel sistema che subito il quotiziano inglse The Guardian ha denunciato: le lampadine non dovranno attenersi a questa restrizione della normativa.
Dalle pagine di The Guardian, Jack Hunter – referente dell’ufficio stampa del dipartimento europeo per l’ambiente – ha dichiarato che “i Governi europei hanno dato al settore dell’illuminazione la possibilità di ingannare i consumatori ancora per un tempo non definito”. In effetti, la mancanza di regole ferree sui consumi energetici delle lampadine costa circa due millioni di euro all’anno ai consumatori europei, costi che continueremo a pagare se non si eliminerà questa “scappatoia”.
La necessità dell’eliminazione del fattore di tolleranza del 10% è emersa dopo che un’indagine condotta da Marketwatch – una campagna europea volta a verificare i consumi energetici effettivi dei dispositivi –  conclusasi il marzo scorso, ha evidenziato che un elettrodomestico su cinque “bara” sui consumi energetici, rendendo poco veritiera l’etichetta relativa all’efficienza.
Guida CEI

Pubblicata la nuova edizione della Guida CEI 64-50

E’ stata pubblicata nei giorni scorsi la nuova edizione della Guida CEI 64-50 Edilizia ad uso residenziale e terziario: Guida per l’integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti di comunicazioni e impianti elettronici negli edifici – Criteri generali“, che sostituisce completamente la precedente edizione del 2007.

La Guida (importante riferimento, non solo per il professionista elettrico, ma anche per gli altri soggetti coinvolti nella progettazione dell’edificio)fornisce informazioni di carattere generale per la realizzazione degli impianti elettrici utilizzatori, per la predisposizione edile ed impiantistica degli impianti di comunicazione elettronica, elettronici (telefoni, trasmissione dati, TV, citofoni, bus), negli edifici destinati ad uso residenziale e terziario, con particolare riferimento alla loro integrazione nella struttura edile ed alla loro coesistenza con gli altri impianti tecnologici.

Ai fini della presente Guida per edifici ad uso residenziale si intendono quelli destinati ad abitazione civile e che contengano anche locali destinati ad altri usi (uffici, studi professionali, negozi, ecc.). Per edifici per uso terziario si intendono quelli destinati ad una specifica funzione o attività ad esempio uffici, attività commerciali, scuole, alberghi, depositi, impianti sportivi ed in genere a finalità di pubblica utilità.

Il documento è già disponibile su CEI webstore.

Guida Agevolazioni Fiscali

Online Guida aggiornata agevolazioni fiscali per ristrutturazioni

Detrazione del 50% prorogata fino al 31 dicembre 2016 fino ad un massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare per ristrutturazione edilizia

Sul sito dell’Agenzia delle Entrate è disponibile la guida aggiornata “Ristrutturazioni edilizie: le agevolazioni fiscali” che contiene tutte le indicazioni relativamente alla proroga della maggiore detrazione Irpef, agevolazione per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, agevolazione per i condomìni minimi, detrazione (Irpef e Ires) per gli interventi su edifici in zone sismiche e infine la detrazione Irpef per l’acquisto di immobili ristrutturati.

Come noto con la Legge di Stabilità, la detrazione del 50% è stata prorogata fino al 31 dicembre 2016 fino ad un massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare per gli interventi di ristrutturazione edilizia.

Se non ci saranno proroghe, il 1 gennaio 2017 tornerà al 36% la detrazione come indicato nel decreto legge n. 201/2011 che ha reso stabile e permanente questa misura.

Tra le altre proroghe presenti nella Legge di Stabilità troviamo la detrazione del 50% per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni), finalizzati sempre all’arredo dell’immobile nel quale viene eseguita la ristrutturazione. L’importo massimo per cui si può chiedere la detrazione è di 10.000 euro e viene suddivisa in 10 quote annuali.

Come per gli anni precedenti, occorre sottolineare che la detrazione per gli interventi di riqualificazione edilizia non è cumulabile con l’ecobonus 65% per il risparmio energetico. Questo significa che per gli interventi che possono godere di entrambe le agevolazioni, il contribuente deve scegliere di quale usufruire e produrre tutta la documentazione richiesta per l’ottenimento.

Nella legge di stabilità è, inoltre, prevista la detrazione Irpef per l’acquisto di edifici a uso residenziale ristrutturati. Questa detrazione si applica per interventi di ristrutturazione riguardanti interi fabbricati, realizzati da imprese di costruzione o cooperative edilizie, ma entro 18 mesi dalla data del termine dei lavori, devono essere venduti o assegnati.

Nella Guida è, inoltre, presente un paragrafo riguardante i condomìni minimi, cioè quelli che, non avendone l’obbligo, non hanno nominato un amministratore e non possiedono un codice fiscale, ma che possono usufruire della detrazione per i lavori di ristrutturazione delle parti comuni.

Tutta la documentazione da presentare e le modalità di pagamento restano invariate, nella guida qui allegata tutte le indicazioni.
Leggi la Guida agevolazioni fiscali

Direttiva 2006/95/CE

Come accertarsi della conformità delle apparecchiature elettriche

Il mercato europeo delle apparecchiature elettriche si sta preparando per l’entrata in vigore della versione aggiornata della Direttiva Bassa Tensione, prevista per il prossimo mese di aprile, che, tra l’altro, introdurrà una maggiore coerenza nell’applicazione della normativa per tutti gli operatori del settore (produttori, importatori, distributori e installatori), evidenziando, in particolare, l’importanza della tracciabilità dei prodotti.

In questo contesto, i prodotti non conformi alle Norme rappresentano un pericolo per la sicurezza sia delle persone, sia dei beni e della proprietà, mettendo a repentaglio anche la reputazione delle imprese che operano nel settore elettrico. I numeri sono molto allarmanti: nel Vecchio Continente, infatti, secondo i dati dell’EU Fire Safety Network and Forum for European Electrical Domestic Safety (FEEDS), circa 12 persone perdono la vita ogni giorno a causa di incendi nelle abitazioni e, di questi, una percentuale che varia tra il 10 e il 20% è dovuta a guasti elettrici.

Standard di sicurezza

Ben venga, quindi, il recente annuncio del lancio – da parte delle Associazioni Europee dei costruttori di quadri di bassa tensione e dei dispositivi di comando, delle infrastrutture elettriche, dell’ingegneria di processo e d’installazione CAPIEL e CECAPI – dell’iniziativa Market Surveillance Support Initiative Electrical (MSSI Electrical), che si pone l’obiettivo di contribuire ad eliminare, in Europa, la commercializzazione e l’utilizzo dei prodotti elettrici che non sono conformi agli standard di sicurezza.

L’iniziativa, sostenuta dai principali operatori del mercato elettrico, tra cui il Gruppo Legrand con la capofila in Italia BTicino, riguarda i componenti per l’installazione elettrica (ad esempio, interruttori, interruttori automatici e differenziali, dispositivi per la soppressione dell’arco) e i sistemi elettronici per la casa, gli immobili e i processi, utilizzati in ambito residenziale, del terziario e industriale.

Ulteriori informazioni sull’attività di MSSI Electrical si possono trovare all’indirizzo Internet http://mssi-electrical.org/en, portale collegato a tutte le Organizzazioni nazionali che fanno parte delle Associazioni CECAPI e CAPIEL.

Istruzioni per la gestione e lo smaltimento dei pannelli FV

Istruzioni per la gestione e lo smaltimento dei pannelli FV

Il GSE, Gestore dei Servizi Energetici,  ha pubblicato le “Istruzioni operative per la gestione e lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici” previste ai sensi dell’art. 40 del D.Lgs. 49/2014. Nelle Istruzioni sono descritte le modalità operative a garanzia della totale gestione dei rifiuti da pannelli fotovoltaici incentivati in Conto Energia e si applicano ai beneficiari del:

• I Conto Energia (DM 28 luglio 2005 e DM 6 febbraio 2006);
• II Conto Energia (DM 19 febbraio 2007);
• III Conto Energia (DM 6 agosto 2010);
• IV Conto Energia: gli impianti entrati in esercizio fino al 30 giugno 2012 e tutti gli impianti rientranti nel Titolo IV – impianti a concentrazione (DM 5 maggio 2011);
• V Conto Energia: gli impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative e impianti a concentrazione (DM 5 luglio 2012).

A partire dall’undicesimo anno di incentivazione, infatti, il Gestore trattiene dalle tariffe incentivanti dei cinque successivi “Conto Energia” una quota a garanzia della totale gestione dei rifiuti derivanti da pannelli fotovoltaici.
A seguito del trattamento e dello smaltimento del pannello oggetto di incentivazione da parte del Soggetto Responsabile del RAEE fotovoltaico, il Soggetto stesso – entro 6 mesi dall’effettivo trattamento e smaltimento del pannello fotovoltaico – dovrà presentare al GSE idonea documentazione che attesti l’avvenuto smaltimento ai sensi della normativa vigente e s.m.i.
Il GSE, dopo aver effettuato gli opportuni controlli sulla documentazione presentata dal Soggetto Responsabile, restituisce la quota trattenuta in forma cautelativa, comprensiva degli interessi maturati.

Per gli impianti caratterizzati da pannelli fotovoltaici domestici la normativa vigente stabilisce che il Soggetto Responsabile del RAEE fotovoltaico adempia ai propri obblighi avvalendosi del servizio gratuito fornito dai Centri di Raccolta. Per gli impianti caratterizzati da pannelli fotovoltaici professionali il Soggetto Responsabile, per procedere alla corretta gestione dei rifiuti derivanti da pannelli fotovoltaici, deve rivolgersi agli operatori identificati dalla normativa vigente.

In ultima istanza lo stesso potrà richiedere al GSE la completa gestione delle operazioni di raccolta, trasporto, trattamento adeguato, recupero e smaltimento “ambientalmente compatibile” dei rifiuti prodotti dai pannelli fotovoltaici incentivati. Le eventuali spese aggiuntive rispetto a quelle già nella disponibilità del GSE sono a carico del Soggetto Responsabile.
La possibilità di richiedere l’intervento del GSE è riservata esclusivamente ai Soggetti Responsabili di RAEE fotovoltaici professionali.

Scarica la guida del GSE in formato .pdf

Per 30 milioni di clienti dal 2016 la riforma delle tariffe elettriche

Sostenere la diffusione di consumi efficienti oggi penalizzati da costi eccessivi, semplificare e rendere più trasparente la bolletta, rendere quello che paghiamo più equo e realmente aderente ai costi dei servizi di rete. Sono i principali obiettivi della riforma delle tariffe elettriche dell’Autorità che, a partire dal 1° gennaio 2016 e con ampia gradualità, tenendo conto dei risultati della sperimentazione, interesserà i 30 milioni di utenti elettrici domestici italiani.

La riforma, introdotta dalla direttiva europea 27/2012 sull’efficienza energetica, recepita in Italia dal decreto legislativo n. 102/14 che stabilisce che sia l’Autorità ad attuarla, uniformandoci agli altri paesi europei prevede che gradualmente venga superata l’attuale struttura progressiva delle tariffe di rete e per gli oneri generali di sistema – cioè con un costo unitario del kWh che cresce per scaglioni all’aumentare dei prelievi – introdotta circa quarant’anni fa a seguito degli shock petroliferi degli anni ’70. In un contesto sociale, economico e tecnologico radicalmente diverso rispetto all’attuale, venne infatti definito un sistema di sussidi incrociati tra consumatori in cui chi consuma di più (ad esempio le famiglie numerose), a parità di costi per il servizio paga anche qualcosa per chi consuma di meno (quindi anche single o coppie benestanti). Un sistema di scaglioni a costi differenziati che si riflette poi anche nella complessità delle nostre bollette che ora verranno semplificate. Al termine del processo di riforma, strutturato in 3 anni, quindi dal 1° gennaio 2018, la tariffa di rete (cioè i costi pagati per la trasmissione, distribuzione e misura dell’energia elettrica) e la tariffa per gli oneri di sistema (cioè i costi per sostenere attività di interesse generale per il sistema elettrico), in totale oltre il 40% della nostra bolletta, saranno uguali per tutti e per ogni livello di consumo. Ogni utente quindi pagherà in modo equo per i servizi che utilizza e la gradualità permetterà di evitare eccessivi effetti su chi oggi con bassi consumi paga un po’ meno: ora andrà a pagare l’esatto corrispettivo per il servizio che usa, non più agevolato, ma congruente con i costi. Per tutti gli altri, chi deve consumare di più, ad esempio le famiglie numerose o chi abita in aree non metanizzate, ci sarà una sostanziale riduzione del sovra-costo fino ad oggi sopportato.
Per le famiglie in reale stato di bisogno, a basso reddito, l’Autorità ha poi previsto un ‘ammortizzatore’ che annullerà ogni possibile effetto negativo. Lo strumento è il bonus sociale di sconto, capace di intercettare chi è in concreta difficoltà. Con la riforma nel 2016 ne viene previsto il potenziamento automatico da parte dell’Autorità, in modo che per le famiglie a basso reddito che ne hanno diritto già dal prossimo anno non ci sia alcun aggravio di spesa, mantenendo allo stesso tempo la propria agevolazione [1]. A regime, per neutralizzare ogni effetto, la stessa Autorità ha segnalato a Governo e Parlamento l’opportunità di rafforzare stabilmente il bonus, sia in termini di intensità, portando lo sconto sulla bolletta dall’attuale 20% fino al 35% della spesa, sia con un ampliamento della platea di chi ne ha diritto.
La riforma della tariffa inoltre consentirà di liberare il potenziale di installazione di apparecchiature elettriche efficienti (come ad es. pompe di calore, auto elettriche o piastre a induzione), oggi frenate dagli eccessivi costi di utilizzo per la progressività della tariffa, consumi elettrici che potranno essere sostitutivi di quelli di altri vettori energetici (gas, gpl o altro), per loro natura molto meno rinnovabili, portando anche ad un ulteriore possibile risparmio complessivo [2]. Inoltre queste apparecchiature elettriche sono quelle che meglio si adattano ad un aumento della penetrazione delle fonti rinnovabili, dei sistemi di accumulo, e dell’energia da loro stesse prodotta, sia di provenienza dalla rete – nel 2015 arriveremo a sfiorare il record del 45% circa della produzione elettrica nazionale ottenuta da fonti rinnovabili – sia autoprodotta e consumata sul posto con i piccoli impianti di produzione rinnovabili sempre più diffusi.

La riforma nel dettaglio
La riforma delle tariffe dell’Autorità, prevista dal decreto legislativo 102/14, giunge al termine di un articolato percorso di consultazione, accompagnato da diverse segnalazioni a Governo e Parlamento. A regime, quindi dal 2018, secondo la riforma, per i servizi di rete viene definita una struttura tariffaria non progressiva, uguale per tutti i clienti domestici, impostata in base al criterio dell’aderenza ai costi dei diversi servizi: i costi di misura, commercializzazione e distribuzione verranno coperti in quota fissa pro-cliente (€/anno) e in quota potenza (€/kW/anno), mentre i costi di trasmissione in quota energia (c€/kWh). Per la tariffa per gli oneri di sistema si mantiene invece una differenziazione tra clienti residenti (ai quali viene applicata tutta in quota energia come oggi, cioè in c€ per kWh prelevato) e non residenti (ai quali viene applicata sia in quota fissa, sia in quota energia), in modo tale che nel complesso tre quarti del gettito (per residenti e non residenti insieme) derivi comunque dalle quote energia. Nel complesso il 75% della bolletta dipenderà ancora dai kWh prelevati, mantenendo così un forte incentivo a comportamenti virtuosi da parte dei cittadini. Con la riforma per le famiglie emergerà anche una nuova ‘leva’ di personalizzazione, la potenza, per comportamenti energetici più moderni. Proprio per stimolare un utilizzo più attento e consapevole di quella impegnata, verranno introdotti livelli di potenza con un ‘passo’ più fitto rispetto all’attuale, in modo da aumentare la possibilità per il cliente di scegliere quello ottimale per le proprie esigenze; contestualmente ci sarà l’azzeramento transitorio dei costi per il cambio di livello (che passano da 30 a 0 euro) e, per scegliere meglio, verranno messi a disposizione i dati storici sulla massima potenza prelevata mensilmente. L’Autorità, per garantire l’ ‘ammortizzatore’ per i clienti bisognosi per il 2016, in base a quanto già previsto dalle normative vigenti, aggiornerà il bonus di sconto per l’elettricità in modo da azzerare ogni possibile effetto sulle fasce disagiate, il tutto senza incrementare il valore della componente As della bolletta con cui si alimenta il meccanismo dei bonus. L’entità della compensazione sarà tale da controbilanciare completamente gli incrementi di spesa annua eventualmente derivanti dalla riforma per il prossimo anno. Nel corso del 2016 l’Autorità poi adeguerà ancora il bonus entro 60 giorni dall’entrata in vigore dell’atteso decreto ministeriale di revisione del meccanismo previsto dal d.lgs. 102/2014, o per effetto di altro provvedimento legislativo in materia.

La gradualità alla base della riforma
Il processo di gradualità prevede che dal 1° gennaio 2016 rimanga invariata la struttura tariffaria a scaglioni e che, solo per le tariffe per i servizi di rete, venga effettuato un primo intervento teso a ‘smorzare’ l’effetto di progressività ai consumi e ad aumentare le quote fisse (per punto e per potenza), riducendo di almeno il 25% l’entità del sussidio incrociato oggi esistente; inoltre viene avviata la raccolta e la messa a disposizione dei clienti dei dati relativi ai valori di potenza massima prelevata. Dal 1° gennaio 2017 ci sarà la piena applicazione della tariffa non progressiva per i servizi di rete e verrà effettuato il primo intervento anche sulla tariffa per gli oneri di sistema, in modo da diminuire l’effetto di progressività e limitare a 2 il numero di scaglioni di consumo annuo; verranno poi introdotte tutte le novità legate all’impegno di potenza, con l’offerta di un maggior numero di livelli tra cui scegliere. Dal 1° gennaio 2018 la riforma sarà a regime, applicando la piena struttura non progressiva anche alla tariffa per gli oneri generali di sistema. Inoltre, in coerenza con il percorso di gradualità e in parallelo alla riforma, verrà prolungata al 2016 la sperimentazione dell’attuale tariffa volontaria per le pompe di calore, consultando la possibilità di una sua estensione ad altri clienti domestici, anche per raccogliere ulteriori proposte dalle associazioni dei consumatori e ambientaliste.

[1] Secondo le stime attuali, se nei prossimi anni nulla cambiasse nei costi del sistema elettrico, le famiglie italiane continuerebbero a pagare la medesima bolletta elettrica complessiva, ma avverrebbe una redistribuzione tra diverse tipologie di famiglie. Per il ‘cliente tipo’ (con consumi medi di 2.700 kWh all’anno e una potenza di 3 kW) l’impatto della riforma – comprensivo delle imposte – potrebbe essere oggi stimato in 0,9 euro al mese nel 2016, 0,09 euro al mese nel 2017 e 0,76 euro al mese nel 2018, per una variazione totale stimabile tra 1 gennaio 2015 e 1 gennaio 2018 di 21 euro. La spesa media annuale passerebbe così dai 505 euro a 526 euro.
Per le famiglia numerose, con ad esempio consumi medi di 3.200 kWh/anno, il risparmio stimato complessivo in questi tre anni sarebbe di circa 46 euro, poiché la bolletta annua scenderebbe dai 668 euro a 622 euro. Le famiglie monocomponente ‘non bisognose’, con ad esempio consumi medi di 1.500 kWh/anno, registrerebbero gradualmente un impatto, comprensivo di tasse, di 2 euro al mese nel 2016, di 3,7 euro al mese nel 2017 e di 0,6 euro al mese nel 2018, con la spesa media che passerebbe da 256 euro nel 2015 a 334 euro nel 2018.

[2] Il segnale di prezzo percepito dal consumatore non sarà più distorto e si avrà libertà di scegliere il vettore energetico più adatto alle esigenze della singola famiglia, cioè se scegliere l’elettricità, il gas, il GPL o altro. Infatti oggi chi ad esempio per riscaldare vuole utilizzare un’efficiente pompa di calore viene penalizzato da più alte tariffe. Con la riforma, e quindi con una più stretta aderenza ai reali costi, potrà scegliere se utilizzare la pompa di calore ad altissima efficienza senza essere penalizzato, magari risparmiando se, guardando all’intero bilancio energetico della famiglia, potrà così sostituirla al gas. Ragionamenti simili si possono fare anche con i veicoli elettrici al posto di quelli a benzina o gasolio, o alle piastre ad induzione per cucinare.